L'impatto economico degli affitti brevi

Gli affitti brevi, quanto favoriscono l’economia italiana

  • Gli affitti brevi sono uno dei propulsori dell’economia italiana
  • Accrescono l’affluenza di turisti da tutto il mondo, che non avrebbero scelto l’Italia come meta o che avrebbero soggiornato meno giorni.
  • Questa tipologia di affitti permette di accrescere il benessere economico locale, generando un reddito supplementare per chi decide di investire in questa attività
  • Oltre all’effetto immediato su chi affitta, traggono beneficio economico anche gli esercizi commerciali come ristoranti, bar e negozi. 

Secondo la Regione Lombardia sarà “una garanzia di trasparenza per tutti”.

In questo modo si vuole contrastare l’abusivismo e aiutare maggiormente i comuni nei controlli.

Dall’altra parte Airbnb lo definisce come un “codice senza significato” che servirà solamente a confondere gli ospiti.

CIR significa Codice Identificativo di Riferimento ed è una sorta di targa che dovrà essere applicato per tutti gli annunci di appartamenti o stanze affittate ai turisti. La multa in caso di inadempimento dovrebbe essere fino a 2mila e 500 euro.

Basti contare che solo in Lombardia gli annunci pubblicati sono oltre 30mila. Un numero che nell’ultimo anno è aumentato del 20 per cento rispetto all’anno precedente.

Bisogna considerare che gli annunci non corrispondono in modo preciso al numero degli immobili, dal momento che un medesimo proprietario può affittare l”intera casa oppure solamente una stanza andando come minimo a raddoppiare le eventuali segnalazioni.

Il numero degli host lombardi potrebbe raggiungere quindi quasi quota 25mila.

In testa alla classifica del numero di annunci in Lombardia c’è Milano con un totale di poco più di 16mila annunci. Con l’estate del 2017 è diventata obbligatoria la comunicazione di inizio attività presso il Comune e e finora il numero di coloro che a Milano si sono “autodenunciati” è poco meno di 2500.

E’ proprio sulla base di queste considerazioni che è emersa la necessità in sede di Consiglio Regionale di applicare una norma mirata a diminuire la sproporzione.

Il codice identificativo sarà fornito quindi dal Comune al privato che affitta la propria casa, insieme alla dichiarazione di inizio attività. Questa “targa” identificherà l’offerta con nome, cognome e codice fiscale dell’affittuario. Sarà quindi inserita in una banca dati che le amministrazioni avranno a disposizione per i controlli.

Per completezza di informazione va detto che la legge regionale e la modulistica del comune non prevedono il caso della locazione turistica.